ITINERARIO DI VIAGGIO
1°GIORNO: ITALIA-TRIPOLI
Partenza dall’aeroporto prescelto. Arrivo a Tripoli e trasferimento in hotel. Visita della città. Cena in ristorante e pernottamento in hotel.
2°GIORNO: TRIPOLI-GHADAMES
Pochi chilometri dopo Tripoli si incontra e si attraversa la Gefarà, pianura costiera steppica dove nomadizzano greggi di capre e montoni. Una serie di tornanti da cui si gode di un ampio panorama sulla costa porta fino alla sommità del gebel. La cittadina di Nalut è abbarbicata in alto sul ciglione di uno sperone strapiombante, dove si confonde con le rocce e con il colore del terreno lo ksar berbero, granaio collettivo fortificato, che all’esterno si presenta con mura compatte e con un’unica entrata che si apre angusta nel punto più difendibile. All’interno, sul cortile centrale, si affacciano delle piccole celle con volta a botte e porticine di accesso, l’una sovrapposta all’altra fino a formare sei piani, con una libertà costruttiva che non è disordine ma crescita organico-funzionale a partire da un unico modulo di base. Qui ciascuna famiglia riponeva i propri capitali agricoli in termini di semenze e raccolto: un luogo suggestivo. Lasciata Nalut si punta verso sud: inizia il deserto petroso, l’hammada El Hamra (rossa) che digrada impercettibilmente verso sud-ovest, vasto penepiano con rari ciuffi d’erba solcato da una rete idrica fossile di uadi tutti convergenti verso la conca di Ghadames dove si arriva in serata. Cena e pernottamento in hotel.
3°GIORNO: GHADAMES-HAMMADA EL HAMRA
Mattinata consacrata alla scoperta di questa città oasi alle porte del deserto. Un tempo centro di grande importanza, manteneva relazioni commerciali con i mercanti delle coste mediterranee e le popolazioni delle ancora sconosciute terre dell’Africa nera. Dapprima si visita il vecchio forte turco, poi italiano, trasformato ora in museo etnografico con qualche vestigia dell’antica Cydamus romana prima, bizantina poi. La città vecchia berbera s’incunea profondamente con i suoi sette quartieri nell’oasi: è un susseguirsi di vie coperte che prendono luce a tratti, piazzette con i banchi per riposare e discutere alla frescura, vicoli ciechi che disservono quartieri di abitazioni compatti. Un blocco urbanistico chiuso verso l’esterno, dove presenta alte mura, e articolato al suo interno da percorsi labirintici a terra per gli uomini e sulle terrazze per le donne. La luce e il calore del sole penetrano attraverso pozzi aperti in questi blocchi abitativi creando forti contrasti chiaroscurali ma soprattutto una penombra fresca e riposante che avvolge le stradine della città vecchia. Tutt’intorno l’oasi con le parcelle e gli orti irrigati con un ingegnoso sistema di ripartizione dell’acqua dove tutto è calcolato secondo la necessità. Ghadames costituisce un approccio simpatico al mondo e alle genti del Sahara. Pranzo in un ristorante locale, allestito nella suggestiva ambientazione delle tradizionali dimore della Città Vecchia. Dopo il pranzo e un breve riposo, con i fuoristrada iniziamo finalmente la nostra avventura nel deserto. Il primo approccio con questo nuovo ambiente è particolarmente impressionante: un’immensa distesa pianeggiante ricoperta di sassi e di polvere rossa, che pare non avere confini. E’ l’Hammada Al Hamra, la “Pianura Rossa”. Dopo esserci immersi in profondità in questo nuovo contesto, viene scelto il luogo dove allestire il nostro primo campo. Cena e pernottamento al campo.
4-6°GIORNO: HAMMADA EL HAMRA-TRAVERSATA ERG DI UBARI
Scorrono sotto le ruote dei nostri fuoristrada chilometri su chilometri di pista attorniata da questo desolato paesaggio, che sembra ripetersi all’infinito sempre uguale a se stesso, finché come un miracolo appaiono all’orizzonte i contorni dorati delle prime, altissime dune, colpite e modellate dalla luce del sole. La direttrice da seguire è nord sud ma le dune sbarrano spesso il passaggio e occorre di volta in volta tagliarle o aggirarle per riprendere l’asse giusto. Dune, corridoi, distese sabbiose chiare, dislivelli del terreno si susseguono dando vita a un paesaggio sempre mutevole e di grande bellezza. Si toccheranno alcuni pozzi, rari punti d’acqua in questa immensità, tappa obbligata per i viaggiatori che da sempre hanno dovuto attraversare questa distesa per recarsi dall’oasi di Ghadames al Fezzan, arida terra del sud. E’una delle ormai rare occasioni in cui si può vivere il “rumore” del deserto: silenzio, vento, passi sulla sabbia, il thè intorno al fuoco la sera con i tuareg, le nostre guide…. Campi mobili. Pensione completa.
7°GIORNO: ERG DI UBARI-AL AWYINAT
Percorrendo ancora le ultime dune, usciamo dall’Erg e ci immettiamo su una surreale strada asfaltata che continuamente si contende lo spazio che occupa con sabbia del deserto, sempre in agguato riprenderselo, fino a raggiungere il minuscolo centro abitato di Al Awyinat, nato nei pressi di un’oasi. Pranzo in una semplice struttura ricettiva, con la possibilità di fare una doccia. Nel pomeriggio partenza per l’Akakus del Nord, dove di allestirà il campo. Cena e pernottamento al campo. Pensione completa.
8-9°GIORNO: AKAKUS-ERG MURZUQ
Le creste seghettate che si infittiscono contro il cielo sono l’Akakus, la falesia intagliata dal corso di fiumi ora secchi, zona di pascolo per le poche famiglie tuareg che ancora ci vivono, scrigno di innumerevoli pitture e incisioni datati a migliaia di anni orsono e soprattutto una natura grandiosa e così varia da sorprendere chiunque. Rocce compatte si alternano a rocce che paiono merletti traforati, rocce nere bluastre accanto a rocce color crema, acacie stente a fianco di acacie sì spinose ma con tenere foglie di un verde brillante: terra di contrasti e di sorprese. A vederlo oggi pare incredibile che solo pochi millenni orsono qui si sviluppava una verde savana piena di animali e di pascoli. Al termine della nostra esplorazione dell’Akakus, si imbocca la pista in direzione dell’Erg Murzuq, attraversando l’Erg di Uan Kaza, barriera naturale di dune che separa questo dall’Akakus. Campo mobile. Pensione completa.
10°GIORNO: MATHANDUSH-RAMLA DI DAUADA (ERG UBARI)
Si continua la traversata imboccando la pista in direzione del Massak Sattafat (l’altopiano nero). Su questo altopiano lungo i meandri dei fiumi fossili che lo tagliano da ovest a est, sono state trovate migliaia di incisioni, testimonianza di un lungo periodo di frequentazione di antiche popolazioni. Ecco Mathendush, un bestiario in cui sfilano giraffe, un coccodrillo che porta il suo piccolo verso l’acqua, un leone accovacciato, alcuni uomini mascherati che tornano vittoriosi da una caccia al rinoceronte. A pochi chilometri c’è In Galghien, dove, in alto sull’uadi, si staglia un enorme elefante di rara bellezza. Proseguendo a nord di Germa si sviluppa l’erg di Ubari: un mare di dune con corridoi, creste affilate, improvvisi zigzag. Questa è la Ramla di Dauada, dove si allestirà il campo. Pranzi a picnic, cene e pernottamenti al campo.
11°GIORNO: I LAGHI DI UBARI-SEBHA-TRIPOLI
Nel deserto possono accadere dei miracoli che non sono miraggi. Nella Ramla dei Dauada, estrema propaggine dell’erg di Ubari, appaiono dietro le dune, alle spalle di improvvisi filari di palme, dei laghi. Ventuno laghi punteggiano, a sorpresa, le grandi dune di sabbia rossastra dell’erg. Fino a pochi anni fa erano abitati dai Dauada, popolazione paleonegritica che per secoli visse riparata in questo ambiente nutrendosi di datteri e di piccole larve che si riproducono sulla superficie delle acque. Il lago di Gabr’aun è quello più grande, quello di Mandara è una crosta salata, il lago di Umm-el-ma (la madre delle acque) è il più piccolo e suggestivo. Nel tardo pomeriggio proseguimento verso Sebha, cena e trasferimento in aeroporto dove ci si imbarcherà sul volo per Tripoli. Sistemazione in hotel, pernottamento. Pensione completa.
12°GIORNO: TRIPOLI-ITALIA
Colazione in hotel e trasferimento in aeroporto per l’imbarco sul volo di rientro.